
L’immagine cinematografica, come relazione psichica tra il fantasma sullo schermo e lo spettatore, è portatrice di un potere: quello di sospendere la coscienza e favorire la credulità di chi guarda. Decostruire i film, interrogarsi sulla fascinazione che essi provocano, significa difendersi – e difendere i ragazzi – dalla serie di identificazioni forzate alla base di alcune opere. Scrivere e realizzare il cinema a scuola è in primo luogo un progetto di natura etica, sociale, nel quale la magia e la libertà della settima arte si rinnovano attraverso sguardi autonomi, incondizionati,
nel rifiuto di ruoli, modi e stereotipi imposti.
A cura di Stefano Virgilio Cipressi
Stefano Virgilio Cipressi insegna Teoria dei Nuovi Media presso lo IED di Roma e collabora come insegnante di cinema partecipativo e filmmaker con diverse ONG, associazioni, fondazioni. È direttore della fotografia, sceneggiatore, regista, montatore e sound designer indipendente.